
Da gennaio del 2022, molte famiglie italiane potranno beneficiare dell’ assegno unico. Ma quanti soldi spettano per ogni figlio? Ecco tutte le informazioni di cui hai bisogno.
La situazione economica è stata ostacolata dalla pandemia da Covid-19 ed ha portato delle ripercussioni negative nella maggior parte delle famiglie italiane. Molti hanno dovuto chiudere le proprie attività o non andare a lavorare.
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Per questo motivo, molti attendono impazientemente l’arrivo dell’ assegno unico 2022, ma ecco quindi quanto spetta per ogni figlio
Assegno unico 2022, quanti soldi per ogni figlio: tutto quello che c’è da sapere
L’assegno unico universale verrà erogato a partire dall’1 gennaio del 2022 e sarà rivolto ai figli con una età compresa tra i sette mesi della gestazione fino ai 21 anni di età se è a carico dei genitori. L’importo cambia in base al valore ISEE della famiglia.
Dunque, ogni figlio minorenne può percepire un assegno mensile fino a 180 euro. A questi importi vanno ad aggiungersi un extra di 80 – 90 euro dal terzo figlio in poi. Ovviamente, la cifra più alta viene erogata a quelle famiglie con un ISEE più basso. Chi ha un ISEE più alto, può percepire una somma minima di 40 – 50 euro al mese. Ma ci sono anche delle maggiorazioni per le mamme fino a 21 anni e per chi ha figli disabili.
Chi invece ha figli tra i 18 e i 21 anni, si continuerà ad avere diritto all’assegno ma con importi molto inferiori ai 180 euro.
«Al sostegno economico delle famiglie con figli è dedicato l’assegno unico universale. Da luglio la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022, la estenderemo a tutti gli altri lavoratori, che nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti». Lo ha detto Mario Draghi agli Stati generali della natalità. «Le risorse ammontano a oltre 21 miliardi, di cui almeno sei aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti per le famiglie. L’assegno unico ci sarà anche negli anni a venire, è una di quelle misure epocali su cui non ci si ripensa l’anno dopo».