Coronavirus e vacanze estive: 5 criteri per continuare la fase 2

Coronavirus e vacanze estive 5 criteri per continuare la fase 2

Come saranno le nostre vacanze estive con l’emergenza Coronavirus? Si tratta di una delle domande che più ci facciamo e che purtroppo ancora non ha una risposta certa.

Come abbiamo imparato in questi due mesi, in una situazione simile è impossibile fare previsioni certe per il futuro. Le situazioni si valutano giorno per giorno e non è possibile avere certezza.

Ma le nostre vacanze estive si avvicinano sempre di più e non sappiamo cosa aspettarci dall’evolversi dell’emergenza Coronavirus.

E anche la cosiddetta fase 2 si avvicina sempre di più, con le Regioni che chiedono l’indipendenza per il calendario delle riaperture. Vediamo insieme quali sono i criteri da rispettare per far sì che una Regione possa essere considerata pronta alla fine del lockdown.

Coronavirus e vacanze estive: 5 criteri da rispettare per stabilire se una Regione può riaprire per la fase 2

Come riportato dal Corriere, sono 5 i criteri per stabilire se una regione è pronta per la fase 2. Si parla di stabilità di trasmissione del virus, ovvero una situazione epidemiologica sotto controllo e cioè una curva epidemica misurata attraverso l’ormai famoso Ro.

Il secondo criterio riguarda la situazione sanitaria delle regioni ed in particolare la capacità di accoglienza degli ospedali nelle terapie intensive. In pratica gli ospedali non devono essere sovraccarichi.

Il terzo criterio riguarda la cosiddetta attività di readiness, ovvero la prontezza nell’intervenire qualora le cose si complicassero.

Altro parametro da rispettare è l’abilità di testare tempestivamente tutti i casi sospetti e ovviamente tutti i possibili contagi e contatti. In ultimo c’è la possibilità di garantire il monitoraggio dei positivi e l’obbligatorio isolamento e quarantena,

Le Regioni che non riescono a rispettare questi 5 criteri dovranno tornare alla fase 1. Una situazione chiara, che ha l’obiettivo di assicurare una giusta preparazione in vista di un possibile aumento dei contagi con l’inizio della fase 2. Una fase 2 che, come vi abbiamo detto ieri, potrebbe essere differenziata per Regioni.