
È iniziato il nuovo processo per l’omicidio di marco Vannini. Il ventenne morto nel maggio del 2015 in circostanze ancora misteriose mentre si trovava a casa della fidanzata Martina Ciontoli.
Il 7 febbraio scorso i giudici della Suprema Corte hanno accolto la richiesta del sostituto procuratore generale e della parti civili che avevano richiesto di disporre un nuovo processo.
Marco Vannini: al via il processo
Il primo a prendere la parola è stato Federico Ciontoli, il fratello di Martina, che nella giornata di ieri ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee:
“È stato fino ad oggi ripetutamente detto solo sulla base di supposizioni, e questo è presente addirittura in alcuni atti processuali e non solo detto nei luoghi di spettacolo, che anche a costo di far morire Marco, io avrei nascosto quello che era successo. La verità è che io ho chiamato i soccorsi pensando che si trattasse di uno spavento, figuriamoci se non l’avrei fatto sapendo che era partito un proiettile”.
Il ragazzo ha continuato dicendo di aver creduto a suo padre, che stava gestendo la situazione come se effettivamente si trattasse di un malore dopo uno spavento. Ciontoli nella concitazione del momento parlò di “colpo d’aria” un termine sconosciuto per Federico, che tuttavia credette a suo padre.
Federico Ciontoli ha concluso la sua dichiarazione parlando delle difficoltà incontrate negli ultimi anni. Fra il timore di essere perseguitato dai giornalisti e il timore di essere aggredito da qualcuno per la strada non ha però riservato una sola parola nei confronti di Marco.
Lo sfogo di Marina Conte
Dichiarazioni che non sono andate giù a Marina Conte, la mamma di Marco. Che ha affermato:
“È stata una dichiarazione vergognosa, nemmeno una parola per Marco. Ancora non riescono a capire che è morto un ragazzo di 20 anni. Continuano a girare il coltello nella ferita”.
Con il nuovo processo la speranza dei genitori di Marco è che venga ribaltata l’ultima condanna, ovvero quella dei giudici della corte d’Assise d’Appello. Che avevano condannato a 5 anni Antonio Ciontoli, contro i 14 che gli erano stati inflitti in primo grado. E a 3 anni il resto della famiglia. Una condanna che non era andata giù alla famiglia di Marco, in particolar modo perché il reato di omicidio volontario era stato trasformato in colposo.
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