
La Norvegia incentiva il mestiere di scrittore. Come?
Viaggiare in Norvegia è davvero avvincente. Un paese delle dimensioni dell’Alabama, con paesaggi mozzafiato. Ma non è solo un luogo meraviglioso da visitare.
E’ anche considerato uno dei luoghi ideali per gli scrittori. Tralasciando le motivazioni legate all’ispirazione, lo è grazie all’intervento dello Stato molto attento alla cultura.
Diventata una delle nazioni più ricche del mondo grazie al petrolio, la Norvegia vanta un altissimo tenore di vita. Le sue città sono molto più costose di tante città statunitensi.
Perfino di New York! Un altissimo tasso di alfabetizzazione degli adulti, quasi pari al 100% permette la valorizzazione dei libri e di chi scrive.
In un luogo che vanta uno stato robusto e una risorsa, quella del petrolio, così importante, il finanziamento governativo alla cultura è sostanziale.
Norvegia, il paese in cui ogni scrittore vorrebbe vivere
Tutto il materiale che viene pubblicato in Norvegia, viene per legge depositato alla Biblioteca nazionale. Tutti i norvegesi possono visualizzare i prodotti editoriali gratuitamente, online.
Anche i libri protetti da copyright, che però non possono essere scaricati. Quando un libro norvegese supera il controllo di qualità, l’Arts Council Norway ne acquista 1000 copie da distribuire nelle biblioteche. 1550 copie se si tratta di un libro per l’infanzia. Un simile approccio tiene in vita molti piccoli editori, incentivando la scrittura. Incentivando anche gli scrittori che hanno la possibilità di investire nei propri progetti editoriali con meno sforzi.
La cultura norvegese lontana anni luce da quella italiana
In questo non siamo proprio bravi. Noi italiani leggiamo pochissimo e lo stato non incentiva di certo la produzione letteraria. Molte case editrici chiudono perché non riescono ad andare avanti e chi ci riesce si barcamena tra problematiche di non poco conto.
Insomma, forse bisognerebbe fare un passo indietro nella cultura. Tornando ad assaporare il piacere di leggere, di scrivere, di conservare la nostra memoria.
Perché in fondo un libro è anche questo: una storia che può essere letta e tramandata. Speriamo il futuro ci riservi belle sorprese in tal senso. Al momento andiamo in direzione sempre opposta e contraria alla Norvegia.