
Dopo lunghe settimane di discussioni e polemiche, nella giornata di venerdì è stato finalmente consegnato il documento contenente le regole per la riapertura delle scuole a settembre. Chi lo ha letto per intero ha fatto sapere al popolo del web che in uno dei passaggi fondamentali del documento c’è l’utilizzo di una formula molto desueta, almeno nell’italiano di tutti i giorni. Il distanziamento infatti dev’essere almeno di un metro “tra le rime buccali degli alunni”. La definizione è presente anche nel verbale della riunione del Comitato Tecnico Scientifico.
Cosa sono le rime buccali
Secondo gli esperti del cts, il metro tra le rime buccali degli alunni sarebbe fondamentale per evitare la diffusione del virus all’interno di ambienti chiusi come le aule scolastiche.
Ma cosa sono le rime buccali? Per spiegarlo incolliamo la definizione del dizionario Treccani, come riportato da Yahoo Notizie
Comunica col mondo esterno mediante la rima buccale (rima oris), apertura delimitata dalle labbra (labia oris; v.), a forma di fessura trasversale tra le due guance (buccae)
Dunque, per farla molto semplice, le rime buccali sono (grossomodo) le bocche degli alunni. E quindi il metro di distanza deve partire proprio dalle labbra di chi siede tra i banchi di scuola.
L’ironia dei social
L’uso di un termine così specifico, ovviamente, ha scatenato l’ironia del web e sono già online numerosi meme sull’argomento. Il vecchio detto è stato trasformato: “Il mattino ha l’oro nella rima buccale”; oppure “Il riso abbonda sulla rima buccale degli stolti”; oppure ancora il richiamo della maestra: “Chiudete le rime buccali!”.
Anche un politico di spicco ha fatto dell’ironia sull’argomento, Carlo Cottarelli. Il docente universitario ha specificato che per “rime buccali” si intendono le bocche degli alunni. Cottarelli ha poi aggiunto: “Se parliamo così siamo certo un paese con un grande passato. È il futuro che mi preoccupa…”.
L’Italia della scuola si prepara quindi ad accantonare la didattica a distanza e tornare in classe, tra distanziamento sociale e timori per la seconda ondata di cui parlano alcuni medici.
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