Un nuovo studio sui gemelli scopre il meccanismo che causa l’infarto

Un nuovo studio sui gemelli scopre il meccanismo che causa l'infarto

Un nuovo ed interessante studio scientifico ha fatto un enorme passo avanti nella scoperta del meccanismo che causa l’infarto. L’infarto ad oggi è una delle cause più frequenti di morte nel mondo, eppure i dubbi circa le cause che portano all’infarto sono ancora sotto molti punti di vista un vero e proprio mistero.

Una nuova ricerca scientifica, tutta italiana, ha scoperto nuove interessanti novità circa questo meccanismo che ancora è sconosciuto. Uno studio  basato sui gemelli e che porta la firma di un team di ricercatori italiani. Vediamo insieme di che cosa si tratta.

Un nuovo studio (tutto italiano) sui gemelli scopre il “dietro le quinte” dell’infarto, ovvero la possibile causa

Come detto si tratta di uno studio tutto italiano firmato da Filippo Crea, il Direttore del Dipartimento di Scienza Cardiovascolari e Pneumologiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma e dell’Uoc di Cardiologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs. Il tutto in collaborazione con Rocco Vergallo, contrattista in cardiologia.

Gli studiosi hanno spigato che l’aterosclerosi non arriva da un giorno all’altro. Le placche che si formano e che impediscono al sangue di scorrere, infatti, impiegano molti anni a formarsi.

Ma allora perché l’infarto arriva da un secondo all’altro, spesso senza neanche sintomi? Ciò che fa la differenza è la formazione all’improvviso di un trombo. Si tratta di un grumo di sangue che chiude l’arteria.

Filippo Crea ha spiegato con queste parole la formazione delle placche:

Le coronarie, come tutte le arterie, sono tubi elastici che portano sangue agli organi. Le placche aterosclerotiche sono una sorta di montagne, che crescono e protrudono all’interno delle arterie. Se queste ‘montagne’ crescono nelle coronarie e superano una certa altezza, limitano l’incremento del flusso di sangue di cui il cuore ha bisogno, quando si fa uno sforzo.

Per colpa di queste “montagne” si forma l’angina da sforzo. Ma nel caso dell’infarto, invece, che cosa succede? Filippo Crea ha spiegato che queste montagne si trasformano in vulcani.

Il “vulcano” emette dei coaguli che creano l’improvvisa ostruzione dell’arteria e dunque l’infarto.

Abbiamo scoperto che le ‘eruzioni’ delle montagne-placche aterosclerotiche sono molto frequenti, ma fortunatamente molte di esse non danno sintomi perché l’organismo reagisce ‘spegnendo’ il vulcano, cioè facendo guarire la placca e scongiurando così la formazione della trombosi. Alcuni pazienti sono ottimi guaritori di placche, mente altri che non lo sono affatto. Questa scoperta ci pone di fronte ad un nuovo obiettivo terapeutico: trasformare i cattivi guaritori di placca in buoni guaritori.

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