Ascoli Piceno, arrestato infermiere: accusato di aver ucciso otto anziani

un infermiere è stato arrestato dai carabinieri
un infermiere è stato arrestato dai carabinieri

La settimana inizia con la notizia dell’arresto di un infermiere di Ascoli Piceno, portato in caserma all’alba con accuse molto gravi: avrebbe ucciso otto anziani ospiti di una RSA (residenza sanitaria assistenziale) e avrebbe tentato di togliere la vita ad altri quattro. Lo scrive il Fatto Quotidiano.

Chi è l’infermiere

L’uomo, un 57enne, operava in una struttura della provincia. Gli inquirenti lo tenevano d’occhio già da tempo: da alcuni mesi non lavorava più a contatto diretto con i pazienti ma aveva un altro incarico, dopo l’apertura del fascicolo d’indagine che lo vedeva indagato a piede libero. All’alba di oggi lunedì 15 giugno nei suoi confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’operazione è dei carabinieri del nucleo investigativo di Ascolti Piceno in collaborazione con i colleghi di Benedetto del Tronto e Offida.

Il modus operandi

L’infermiere lavorava proprio presso una RSA di Offida. Gli omicidi di cui è accusato sono avvenuti tra il gennaio del 2017 e il febbraio del 2019. Secondo gli investigatori il 57enne avrebbe ucciso gli anziani somministrando loro farmaci non idonei o in dosi eccessive. Nello specifico somministrazioni “ripetute e indebite” di farmaci, insulina, anticoagulanti, con dosi non previste, per ‘accelerare’ i decessi. Inoltre ci sarebbe l’aggravante della premeditazione. Per ora i carabinieri parlano di ‘gravi indizi di colpevolezza’.

Le prime indagini

Tutto è iniziato nel settembre del 2018 quando la stazione dei carabinieri di Offida aveva segnalato alla Procura delle morti sospette avvenute proprio nella RSA del paese. Dalle autopsie era venuto fuori che, effettivamente, nel sangue dei deceduti c’erano concentrazioni di promazina (un farmaco neurolettico) a livelli altissimi, quindi tossici, e incompatibili con le terapia prescritte. Un’altra salma esaminata tra gennaio e febbraio del 2019 e una riesumata di un paziente deceduto qualche mese prima hanno dato lo stesso esito: concentrazioni “in dosi letali” di promazina nel primo caso e insulina nel secondo, su un soggetto non diabetico. Prima di procedere all’arresto del 57enne gli investigatori hanno effettuato lunghe indagini su cartelle cliniche e hanno sentito alcuni soggetti che operano nella struttura.

 

LEGGI ANCHE: Coronavirus, la mascherina all’aperto va usata? Rispondono i virologi