
Hamza Lyamani è un ragazzo di 26 anni ed è coinvolto nella vicenda dei Carabinieri di Piacenza. Il 26enne è l’accusatore principale di Peppe Montella e dei carabinieri della caserma Levante.
“Lo vedi il naso? Me l’hanno spaccato due volte. Mi hanno pestato, riempito di botte” ed ora, anche se tutti sono finiti in carcere, resta una grande paura.
“Io non vivo più. Bevo e non dormo la notte. Ho fatto bene? Con la paura che mi uccidano”.
L’intervista al 26enne, il grande accusatore di Montella
Hamza è nato in Marocco ma vive da tempo nel piacentino. Ha voluto rilasciare un’intervista al Corriere della Sera per raccontare tutto quello che ha vissuto e visto durante gli anni di “frequentazione” con i carabinieri. Ha svelato di aver conosciuto Montella quando era solo un ragazzino, faceva il preparatore atletico di calcio. “Non sapevo fosse un carabiniere”.
Era stato arrestato per possesso di hasish ed è proprio in quell’occasione che comincia il suo calvario. Lo affidano con obbligo di firma alla Caserma Levante. Lì c’è Montella: “Se mi dici chi spaccia ti faccio venire a firmare quando vuoi“. A quel punto, il 26enne collabora. È riuscito a far arrestare almeno 30 persone: “Me ne vergogno. Perché poi venivano pestati a sangue e incastrati”.
Giorno per giorno ha iniziato a frequentare sempre più la Caserma: “Praticamente tutti i giorni. Li conosco uno a uno”. Ha persino assistito ai pestaggi: “Ricordo le urla disumane di un poveretto che era nella “stanza della terapia”, dove tenevano la droga sequestrata. Lo stavano picchiando. E in ufficio si sentiva benissimo. C’era anche il comandante”.
L’inizio delle torture
Hamza aveva conosciuto una ragazza, aveva pensato di smettere e allontanarsi dal giro ma Montella iniziava a pedinarlo all’associazione dove faceva l’affido, al Sert. “Mi impediva di entrare“.
“Hanno iniziato a picchiarmi. Mi chiudevano nello stanzino, due mi colpivano e due fingevano di volermi aiutare”.
Il 26enne ha subito calci e pugni. Gli hanno rotto il naso due volte, “ricordo che un giorno ho preso un pezzo dell’accendino e mi sono tagliato le braccia” ma invece di dire la verità ai medici, diceva solo bugie per proteggersi.