
In tutte le scuole superiori d’Italia gli studenti del quinto anno stanno affrontando (o hanno affrontato già) il fatidico esame di maturità, con tutte le regole di sicurezza del caso. Ma in una scuola di Casalpusterlengo, a quanto pare, si è fatta troppa attenzione alla temperatura corporea di un alunno e non a un oggetto pericoloso che aveva con sé.
Esame di maturità con il botto
Nella mattinata di oggi un 18enne che frequenta l’istituto Cesaris si è reso protagonista di un episodio oggettivamente incredibile.
Il maturando, intorno alle 12:30, è entrato nell’aula in cui era presente la commissione per il colloquio orale. Qui i professori gli hanno rivolto le domande di rito, a cui non ha risposto. Dopo gli sguardi perplessi dei docenti, il ragazzo ha estratto una pistola, l’ha puntata verso tutti i membri della commissione per poi appoggiarla sul banco.
L’intento, chiaramente, era intimidatorio. “Vi chiedo di promuovermi, voi dovete farmi passare l’esame di maturità”, avrebbe intimato alla commissione. Stando a quanto scrive il il Corriere della Sera, una delle professoresse interne (quella di chimica) avrebbe avuto il sangue freddo di allungare rapidamente la mano e afferrare la pistola.
La commissione ha quindi allertato i carabinieri e vigili urbani di Codogno, che sono giunti sul posto e hanno prelevato il ragazzo, rimasto calmissimo nel frattempo. Il 18enne non è stato formalmente arrestato: stando a quanto si legge online è stato invece accompagnato al Pronto Soccorso di Codogno. Qui è stato sottoposto ad accertamenti circa il suo stato di salute mentale.
I motivi del gesto
Sull’accaduto sono già aperte le indagini: si cerca di capire in che modo un ragazzo sia riuscito a entrare liberamente in un istituto scolastico con un’arma da fuoco. Si indaga anche per capire i motivi che l’hanno spinto a compiere il clamoroso gesto. Una prima certezza c’è: l’arma che aveva con sé era un vecchio revolver – peraltro scarico – appartenente al nonno, che è stato sequestrato dai Carabinieri.
Per ora si sa solo che il ragazzo non aveva mai dato grossi problemi nei cinque anni delle superiori. Un dettaglio, però, potrebbe essere importante: il 18enne aveva espresso parecchie perplessità circa la didattica a distanza e non avrebbe partecipato a molte delle lezioni online svolte tra aprile e maggio.
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