Cashback, si pensa alla reintroduzione: tutti i dettagli

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Qualche mese fa il Presidente del Consiglio aveva avanzato l’ipotesi di ‘premiare’ i cittadini italiani che pagassero regolarmente con le carte di credito o bancomat. Si chiama ‘cashback’ ed è un meccanismo già usato in alcuni paesi del mondo, che prevede la restituzione di una parte delle somme spese usando le carte.

Cashback sì o no?

Nei progetti del MEF il rimborso sarebbe avvenuto nella prima decade dell’anno, da qui l’idea di ribattezzarlo ‘bonus befana’. Poi, per i problemi noti a tutti, il progetto è stato messo da parte.

Ora che, non senza qualche difficoltà, l’Italia prova a tornare alla normalità, il Governo starebbe pensando di introdurre il cashback in un momento di difficoltà economiche per milioni di italiani. Il rimborso a inizio anno rappresenterebbe senz’altro una novità positiva per molti risparmiatori.

Secondo MSN che cita il Messaggero, però, Conte e la sua squadra starebbero pensando a diversi compromessi. In primis limitare la misura ad alcuni settori, quelli più colpiti dalla crisi, come ristoranti, abbigliamento ed elettrodomestici.

Misure più urgenti

Inoltre nel decreto di agosto verranno stanziati con ogni probabilità 35 miliardi e, al momento, le risorse previste per il cashback ammonterebbero a un ‘solo’ miliardo. Poco per il Movimento 5 Stelle, che ne chiede tre. Alla fine, come spesso accade, si potrebbe giungere al compromesso di 2 miliardi.

Come noto, il Governo vede come priorità il rinnovo della Cassa Integrazione e ha stanziato 13 miliardi per garantirla fino a dicembre. 6 miliardi, inoltre, dovrebbero andare ai Comuni italiani, più in difficoltà che mai in questo periodo, per spese piccole e grandi.

Al momento i grattacapi per il Ministero dell’Economia e delle Finanze sono parecchi. I posti di lavoro che sono andati persi e che potrebbero perdersi da qui a gennaio sono la più grande preoccupazione per il Governo e per l’Italia intera. Ecco perché, in sede di manovra di bilancio, il rinnovo della Cassa Integrazione ha la priorità rispetto ad altre misure economico-finanziarie, comunque utili e vantaggiose.

 

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