
Il coronavirus non “abbandona” la Campania. Dopo diversi giorni consecutivi con casi 0 tra maggio e giugno, dalla settimana scorsa la regione centro-meridionale deve fare i conti con dei nuovi focolai di COVID-19. L’ultimo in ordine cronologico è in provincia di Caserta.
Caserta, nuovi 27 casi
Quello di Mondragone, anche e soprattutto per le violenze ai danni di cittadini bulgari da parte di italiani, è diventato noto a tutti.
Proprio dalla provincia di Caserta sono arrivate notizie poco rassicuranti: ci sono 27 nuovi casi di persone residenti in vari comuni della zona.
Una cosa che li accomuna è l’azienda agricola presso la quale lavorano, con sede a Falciano del Massico. Nei primi giorni 4 persone, dipendenti dell’azienda, erano risultate positive. Gli inevitabili contatti hanno portato a una diffusione del virus.
Con i risultati dei tamponi odierni, il numero è salito a 27. Poco più della metà (18) sono residenti a Mondragone, 4 a Falciano del Massico, 3 a Sessa Aurunca e, infine, uno a Carinola e uno a Regale.
I provvedimenti
Lo riporta Fanpage Napoli ma non viene specificato se i nuovi infetti siano asintomatici o abbiano avuto bisogno del ricovero in ospedale. In sostanza il focolaio di Mondragone non si è spento ma, anzi, si fa sempre più grande.
I provvedimenti più immediati sono stati, in primis, la chiusura dell’azienda e subito dopo quella del mercato infrasettimanale di Falciano del Massico.
Dopo la scoperta di ulteriori 27 casi il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL ha disposto il prolungamento della zona rossa negli ex Palazzi Cirio fino al 7 luglio.
L’ASL chiede una mano fondamentale anche alle forze dell’ordine, affinché il quartiere di Mondragone dove sono concentrati i casi di positività venga sorvegliato 24 ore su 24, per evitare fughe notturne.
Solo lunedì il leader della Lega Matteo Salvini aveva visitato la città della provincia di Caserta per la campagna elettorale delle elezioni regionali. Alcuni residenti di Mondragone e comuni limitrofi lo avevano accolto benevolmente. Allo stesso tempo, però, il “Capitano” è stato contestato da decine di persone, molte delle quali appartenenti ai centri sociali napoletani e campani.
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