COVID-19, ecco i gruppi sanguigni più (e meno) a rischio infezione

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Ogni giorno che passa, gli scienziati riescono a ottenere sempre più informazioni preziosi del grande nemico del nostro periodo storico: il COVID-19. Pochi giorni fa sulla prestigiosa rivista scientifica “New England Journal of Medicine” è stato pubblicato un importante studio sui gruppi sanguigni più (e meno) esposti all’infezione da Sars-COV-2. Lo riporta L’Unione Sarda.

‘A Positivo’ più a rischio infezione COVID-19

In estrema sintesi i dati mostrano come le persone con gruppo sanguigno ‘0’ corrano rischi inferiori di ammalarsi, mentre quelle con ‘A Positivo’ corrono un rischio maggiore del 45%. Si tratta dei risultati di una ricerca internazionale, a cui hanno partecipato anche alcuni ricercatori dell’Università di Milano. Sono stati presi campioni di DNA di 1.900 persone italiane e spagnole malate di COVID-19 ricoverate in condizioni gravi e 2.300 campioni di individui sani.

Dalle analisi è arrivata la conferma delle ipotesi avanzate qualche settimana fa: alcuni gruppi sanguigni sono più suscettibili alla sindrome COVID-19. Più nello specifico ci sono due punti del genoma associati al rischio di collasso del sistema respiratorio. Oltre a questo, il gruppo sanguigno potrebbe collegarsi in altre forme al rischio di contrarre il COVID-19, come ad esempio nella formazione di trombi.

Una cura è vicina?

Sono scoperte importanti perché, nel futuro immediato, le informazioni raccolte saranno utili a indirizzare lo sviluppo di vaccini e farmaci per combattere il nuovo coronavirus. A tal proposito, è notizia di pochi giorni fa l’accordo del Ministero della Salute con la multinazionale farmaceutica AstraZeneca per il vaccino a cui sta lavorando l’Università di Oxford in collaborazione con alcuni ricercatori dell’IRBM di Pomezia.

Le previsioni più ottimistiche parlano di un avvio della produzione tra fine agosto e inizio settembre, che coinciderebbe con la distribuzione presso la popolazione italiana negli ultimi mesi dell’anno. La speranza è quella di avere a disposizione qualche milione di dosi già in autunno, anche se i più cauti indicano fine 2020 o inizio 2021 come il momento più probabile per l’avvio delle campagne di vaccinazione.

 

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