
C’è chi spera davvero che il caldo possa abbassare il contagio ma i pareri degli esperti sono discordanti. Molti scienziati non sono d’accordo sugli effetti del clima estivo che potrà avare sul contagio da coronavirus.
Il parere dei ricercatori statunitensi
I membri del comitato dell’Accademia Nazionale delle Scienze, sostengono che non vi è alcuna prova che il coronavirus si possa diffondere in estate come in inverno.
“Esistono alcune prove che suggeriscono che il coronavirus si possa trasmettere in modo meno efficiente in ambienti con temperatura e umidità più elevate, tuttavia, data la mancanza di immunità dell’ospite, questa condizione non porterebbe a una riduzione significativa della diffusione della malattia senza la concomitante adozione di importanti interventi di sanità pubblica”, hanno spiegato i ricercatori statunitensi.
Il parere del presidente dell’Istituto Superiore della Sanità
Anche il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, negli scorsi giorni aveva affermato che la situazione non si può risolvere con le temperature elevate della bella stagione. Sicuramente le temperature alte riducono l’affollamento negli ambienti chiusi ma non c’è alcuna certezza che il virus non si trasmetta quando ci sono 40 gradi. Insomma, se i contagi diminuiscono con il caldo, è perché la gente sta più all’aria aperta e meno nei luoghi chiusi.
Lo studio cinese
Uno studio cinese ha dimostrato che anche se abbiamo temperature poi elevate, il Covid-19 continua a diffondersi. In Australia, ad esempio, c’è una rapida diffusione del virus nonostante il clima caldo.
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Anche se in estate il numero dei contagi potrebbe diminuire, quel che è certo è che il coronavirus potrebbe tornare in autunno. A sostenerlo sono tanti esperti, tra questi il virologo Guido Silvestri che alcuni giorni fa ha dichiarato: “Se si guarda l’andamento della pandemia ci sono dati difficili da spiegare se non si invoca un fattore climatico. Basta guardare le differenze in Italia tra nord-sud, e non solo per le zone industrializzate, stessa cosa in Spagna dove l’80% dei casi sono a nord di Madrid, qui negli Usa il 40% della popolazione che vive a nord ha l’80% dei morti e poi guardiamo il sud-est asiatico, l’Africa e la stessa India che sembrano più protetti dalla pandemia“.