Ilaria Capua, virologa di fama mondiale, nel corso della trasmissione di Rai 3 Aspettando le Parole, ha affermato che non è completamente errato dire, come ha fatto Alberto Zangrillo, che il Covid-19 clinicamente non esiste più:
“Non parliamo di una fucilata, ma di un patogeno che si manifesta in maniera diversa a seconda di diversi fattori. Quando non c’è una cura le manifestazioni cliniche sono molto più gravi”.
A fare la differenza, secondo la Capua, sarebbero state l’opera di riorganizzazione sanitaria e le misure adottate negli ultimi mesi:
“Sono convinta che in realtà a essere migliorato sia stato tutto il sistema. Devo comunque specificare che quando si dice che il virus si è indebolito, questo non è proprio corretto. A livello di genoma, il virus non è affatto cambiato. Questo vuol dire che non si può neanche affermare che è diventato più aggressivo.”
Secondo la scienziata non è il virus a essere cambiato, ma noi. Questo potrebbe anche scongiurare una seconda ondata che potrebbe quindi non esserci:
“Il virus non è una punizione divina. La seconda ondata è legata ai nostri comportamenti. Distanza sociale etc hanno reso il virus irrilevante clinicamente.”.
A concordare con queste affermazioni è stato anche Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico universitario Umberto I.
L’esperto ha paragonato la pandemia a un incendio enorme in una foresta:
“Questo incendio oggi non c’è più. Ci sono piccoli focolai, ma per quelli abbiamo ‘il secchio e l’acqua’: possiamo spegnerli”
Le previsioni infondono un certo ottimismo, ma bisogna stare attenti e continuare a monitorare la situazione:
“Potrebbe sparire come la Sars e non tornare più, ma visto che si è comportato in modo pandemico non possiamo averne la certezza. Ora però siamo molto più preparati: qualora dovesse tornare, non penso che possa metterci così in difficoltà: sono ottimista, non può più creare problemi come quelli che ha creato.”