Lavoratore a nero, cosa rischia? Ecco cosa c’è da sapere

Si tende a pensare che quando parliamo di un lavoratore a nero, la questione interessi soltanto il datore di lavoro. Ma non è così. Tutti i datori di lavoro che assumono a nero i dipendenti, violano la normativa che prescrive la loro regolarizzazione.

Quali sanzioni rischia il lavoratore a nero?

Ma anche il dipendente a nero rischia pesanti sanzioni amministrative pecuniarie. Questo per non aver dichiarato l’assunzione agli uffici del lavoro. Si va incontro al reato ex art. 36 del D.lgs. n. 81 del 2008.

Recentemente su questo argomento è intervenuta anche la Corte di Cassazione con la sentenza n. 41600 del 2019.

È quindi reato non informare il lavoratore in nero sui rischi per la salute e la sicurezza connessi all’attività d’impresa.

Le sanzioni del lavoratore a nero

Il lavoratore a nero può avvalersi di sussidi statali. Può indicare di essere disoccupato e percepire il reddito di cittadinanza, ad esempio. In questo modo si rischia il reato di falso in atto pubblico, di truffa ai danni dello Stato o anche di indebita percezione di benefici pubblici.

Ovviamente in questi casi avviene la revoca del beneficio e l’obbligo di restituzione delle somme percepite indebitamente.

Stessa cosa avviene se il lavoratore a nero percepisce l’assegno di disoccupazione dall’INPS. Se lo stipendio percepito non supera gli 8mila euro, può conseguire la NASPI. In questo caso non incorrerà in sanzioni.

La pandemia ha portato una crescita di lavoratori a nero

Secondo la Cgia di Mestre, l’emergenza sanitaria ha causato un aumento di lavoratori a nero. Stando alle previsioni dell’Istat, infatti, entro la fine di quest’anno circa 3,6 milioni di addetti rischiano di perdere il posto di lavoro.

La Cgia ricorda come “dal momento in cui verranno meno la Cig introdotta nel periodo Covid e il blocco dei licenziamenti il tasso di disoccupazione assumerà dimensioni molto preoccupanti“.