
Oggi parliamo del licenziamento per giusta causa, ovvero quando possiamo essere licenziati dal nostro datore di lavoro? La legge italiana tutela i lavoratori molto bene sotto questo punto di vista.
Un datore di lavoro non può licenziare un dipendente per antipatia, perché ha i capelli rossi o perché è troppo basso. Nessuno di noi quindi può essere licenziato senza motivo, a meno che non subentri una giusta causa. Vediamo insieme di che cosa stiamo parlando.
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Quando è possibile il licenziamento per giusta causa? I tre casi previsti dalla legge
Iniziamo dicendo che la legge italiana prevede tre tipologie di licenziamenti possibili. Si può licenziare quanto un lavoratore per una grave malattia non è più in grado di svolgere il proprio lavoro, oppure quando un’azienda deve ridurre il numero di dipendenti per una ristrutturazione aziendale.
In ultimo si può licenziare per giusta causa, ovvero quando arriva una motivazione piuttosto grave. La legge italiana riassume i licenziamenti per giusta causa in tre categorie
La prima è l’interesse oggettivo dell’impresa. Un esempio? esiste il caso in cui un lavoratore abbia troppe assenza ingiustificate a lavoro. Un comportamento che quindi rende difficoltoso il lavoro dell’azienda.
In questo caso si può licenziare per interesse oggettivo dell’impresa. La seconda causa riguarda la violazione delle norme di legge o dei contratti collettivi. In questo caso rientrano ad esempio le falsificazioni di un certificato medico.
Oppure ovviamente un reato che può causare danni alla reputazione dell’impresa. Ancora ad esempio un comportamento insubordinato nei confronti di un superiore e il non rispetto delle regole.
La terza ed ultima causa la violazione delle regole del vivere civile. In questo caso non c’è bisogno di molte spiegazioni, dal momento che la definizione è già esaustiva di suo.
Sapete, invece, quando è possibile l’assenza da lavoro per depressione?