
Adesso è ufficiale: dal prossimo anno alcune pensioni subiranno un (mini taglio). Come riporta laleggepertutti, il Ragioniere di Stato e il direttore generale delle Politiche previdenziali del Ministero del Lavoro hanno firmato un decreto comparso anche in Gazzetta Ufficiale che prevede un taglio tra lo 0.3 e lo 0.7% delle pensioni contributive. Quindi le persone che andranno in pensione a partire da gennaio 2021 “subiranno” questa leggera variazione.
I motivi del taglio delle pensioni
Il motivo? L’incremento della speranza di vita registrato tra il 2016 e il 2018, a cui si è unito un cambiamento quasi inesistente della variazione demografica che ha reso impossibile alzare l’età media pensionabile (oggi ferma a 67 anni).
Come si legge sul sito, chi ha il retributivo fino al 2011 subirà un impatto realmente minimo, mentre per chi ricade nel sistema contributivo puro o nel misto vedrà abbassarsi in maniera più sensibile l’assegno pensionistico.
Gli esperti del settore, tuttavia, non saranno sorpresi nel leggere questa notizia, dato che la revisione dei coefficienti di trasformazione è prevista dalla Legge Dini del 1995, che ha istituito il sistema contributivo.
In termini comprensibili a tutti, 25 anni fa fu stabilito che nel caso in cui le statistiche nazionali avessero messo in luce un aumento della speranza di vita, l’importo annuale delle pensioni sarebbe calato di conseguenza.
Pensionati nel 2021 meno ricchi
A partire dal prossimo anno, dunque, chi deciderà di andare in pensione riceverà un importo leggermente inferiore a chi abbia deciso di farlo nel 2020. È bene specificare che i mini tagli interesseranno solo chi andrà in pensione dal 1° gennaio 2021 e non chi ci è andato già né chi ci andrà da oggi fino al 31 dicembre 2020. Si tratta di una legge pensata per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico nel lungo termine. Fino al 31 dicembre i coefficienti di trasformazione del montante contributivo oscillavano tra il 4.20% (pensionati a 57 anni) e il 6.51 (pensionati a 71 anni). Tali cifre scenderanno dal 2021 al 4.18% e al 6.46%. Un taglio quasi impercettibile, ma pur sempre un taglio.
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