
Una domanda che gli esperti si fanno dall’inizio di questa epidemia riguarda il perché in caso di coronavirus si verificano dei decorsi diversi con pazienti finiti in terapia intensiva e altri che invece presentato una sintomatologia lieve.
Le stime sembrerebbero parlare chiaro: il 20% della popolazione Mondiale presenta dei fattori di rischio che li espongono ad un decorso più grave della malattia. Si parla ad esempio della neuropilina, ovvero una proteina che pare consenta al virus di proliferare maggiormente nei tessuti delle vie respiratorie e nel Sistema nervoso centrale. Ma anche della tempesta di citochine, una reazione autoimmune che viene attualmente studiata al San Raffaele di Milano.
Coronavirus: come mai si verificano i decorsi diversi?
Secondo Marios Koutsakos e Katherine Kedzierska che hanno pubblicato su Nature un’aggiornamento sulle scoperte effettuate riguardo i suddetti fattori, sono due i lignaggi del Covid19. Battezzati “pale I e II”.
“Questi dati supportano l’idea che il mercato potrebbe non essere stato l’origine della pandemia. Invece i ricercatori di Shanghai suggeriscono che i due lignaggi avrebbero avuto origine da un comune antenato virale. E si sono diffuse indipendentemente allo stesso tempo: il primo attraverso il mercato e il secondo al di fuori di esso”.
È anche vero che la presenza dei due lignaggi non sia così determinante per quanto riguarda i decorsi del coronavirus. Ed è qui che entra in gioco il Sistema Immunitario dei pazienti.
“Dall’analisi dei campioni di sangue, gli autori forniscono prove di cambiamenti che hanno caratterizzato i casi gravi e critici di COVID-19. Una caratteristica di questi casi era la linfocitopenia … Zhang et al. la attribuiscono all’esaurimento di un particolare tipo di linfocita chiamato cellula T CD3 +, che molto probabilmente riflette il movimento di queste cellule T dal sangue ai siti di infezione dei tessuti … Un’altra caratteristica dei casi gravi e critici erano i livelli anormalmente elevati delle citochine”.
Anche gli studi sul Tocilizumab rafforzano questa tesi attribuendo alla tempistica in si osservano i fattori di rischio:
«L’esaurimento delle cellule T è evidente dalla prima settimana di malattia conclamata, mentre una tempesta di citochine sorge più tardi, quando il COVID-19 è diventato grave … Inoltre, né la linfocitopenia né una tempesta di citochine sono esclusive di COVID-19. Entrambi sono segni distintivi di molti tipi di infezione respiratoria grave, compresa l’infezione umana da virus dell’influenza aviaria e sindrome respiratoria acuta grave (SARS)».
Anche se siamo ancora ben lontani dall’arrivare a conclusioni corrette e solide si spera di essere vicini ogni giorno di più al vaccino o a una terapia efficace.
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